Oggi 7 Maggio 2016, vigilia della festività di S. Michele
Arcangelo, mi sono recato alla Grotta del Colle di Rapino poiché volevo
rivedere i pochi ruderi della cappella dedicata a S. Angelo, all’ingresso della grotta. Non tornavo in quei
luoghi da circa venti anni, da quando era stata realizzata la “valorizzazione
turistica” dell’antico luogo di culto. Allo scempio di allora oggi si è
aggiunto, su quelle inutili strutture, il degrado del tempo e dell’abbandono: recinzioni dei sentieri marcite o crollate,
panchine e tavoli rotti sommersi dalla vegetazione, cestini di rifiuti sfondati
mai svuotati, sentiero ormai impraticabile. L’unica cosa che purtroppo si è conservata è il camminamento in ferro
all’interno della grotta. Certamente in quell’abbandono i ruderi della cappella
da me ricercata non erano più visibili.
I nostri eremi e luoghi di culto rupestri non hanno tesori
d’arte nel loro interno; hanno solo una particolare atmosfera creata dal connubio
tra i pochi resti che testimoniano antiche presenze e una natura spesso
incontaminata. Gli addetti ai lavori chiamano questa atmosfera genius loci.
Il genius
loci io lo immagino come un animaletto che scivola silenzioso sulle pareti
di roccia e sui modesti resti del luogo di culto avvolgendo il tutto in un
alone magico e che concede solo all’attento ed educato visitatore di ascoltare
il lento stillicidio nel fondo della grotta e a volte i passi di Pietro da
Morrone. Ma è un animaletto timido e schivo. Basta un cartello troppo invadente,
una panchina o un tavolo inutili ed esso scompare, spesso per sempre. Alla
Grotta del Colle, luogo di culto cristiano e probabilmente santuario italico, è
scomparso da tempo.
Non so da chi dipenda la manutenzione di questo luogo di
culto, ma basterebbe un campo di volontariato per riportare il tutto allo stato
originario e mantenere aperto un piccolo sentiero che vi conduca. Non occorrono
progetti, occorre solo rimboccarsi le maniche.
Chissà, quell’animaletto potrebbe anche tornare.
1 commento:
Tutto questo è vero e basterebbe un po' di buona volontà per aiutare questi luoghi a non andare nell'oblio. Ci sarà una associazione che si occupa di queste manutenzioni GRATUITAMENTE? per recuperare anche la rete sentieristica, indicativa e altro...Le istituzioni devono avere il coraggio di chiedere e la cittadinanza l'educazione civica di rispondere: come il lavoro che svolge il FAI, la differenza è che loro chiedono delle donazioni, qui si chiede di donarsi per amore della propria terra. By Beniamino Vitale
Posta un commento